Huawei ha appena lanciato il suo attesissimo Mate 30, un modello presentato all'inizio dell'anno scolastico ma la cui uscita è ormai un miracolo. Il nuovo modello di punta del brand cinese, infatti, non ha quasi mai visto la luce sul suolo europeo, a causa dell'impossibilità da parte del produttore di fornire al proprio dispositivo i servizi di Google. Un'assenza che segue i provvedimenti presi contro di essa dal governo Usa e l'attuazione delle sanzioni contro il colosso cinese. Infatti, le nuove regole imposte da Trump alle aziende statunitensi ora vietano loro di fare affari con Huawei, privando quest'ultima di molti dei suoi fornitori e delle loro componenti. Una sfida che il marchio del Medio Impero ha apparentemente raccolto, progettando il suo nuovo Mate 30 senza alcun elemento di origine americana.
Lo smartphone Huawei Mate 30 è arrivato in Francia
Quello che sembrava essere problematico e che, di sicuro, ha dato filo da torcere a Huawei, è stato finalmente superabile, secondo un'analisi acuta dei componenti del Mate 30 da parte di laboratori indipendenti. Questi infatti dimostrano che il marchio cinese è stato in grado di aggirare il boicottaggio americano rifornendosi da aziende asiatiche ed europee, ma anche avvalendosi delle proprie controllate. Di conseguenza, Huawei si è appoggiata a HiSilicon, una divisione dell'azienda specializzata nella produzione di processore Kirin e chip Wi-Fi e Bluetooth, scelta per soppiantare le americane Broadcom e Cirrus Logic. Nella lista dei nuovi fornitori del colosso Huawei sono anche la giapponese Murata, l'olandese NXP, nonché la taiwanese MediaTek e la francese STMicroelectronics.Queste società, attualmente non soggette a sanzioni statunitensi, dovrebbero quindi trarre vantaggio dalla mancanza di concorrenza attraverso l'Atlantico per affermarsi in un mercato ampiamente supportato dal loro nuovo cliente cinese. Ciò, nonostante la "chiara preferenza" di Huawei di "continuare a integrare e acquistare componenti da partner fornitori statunitensi" annunciata in precedenza dalla società.
Huawei Mate 30: il 1 ° smartphone progettato senza hardware americano
Mentre Huawei continua parallelamente ad immergere nelle proprie scorte di componenti americani realizzati a monte dell'attuazione delle sanzioni Trump, in particolare per quanto riguarda il chip 5G Qualcomm di questo Mate 30, il brand deve comunque affrontare un ban che vale anche per l'utilizzo di Android. Non potendo installare una versione reale del software e di tutti i suoi servizi sul suo nuovo smartphone, dovrà accontentarsi di una versione open source del sistema operativo Google. Le elezioni americane che si terranno il prossimo anno potrebbero però modificare i piani dell'attuale governo di Washington.
Le aziende asiatiche ed europee sono state in grado di colmare la lacuna dei fornitori statunitensi
Huawei deve comunque fare a meno di Android e dei suoi servizi Google
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